Esiste un modo per scoprire se l‘aria della nostra città è inquinata.
Vivi in città e vuoi sapere se l’aria che respiri è inquinata? Ti sei sempre chiesto se respiri aria sporca affacciandoti dal balcone? L’aria è inquinata, ma vorresti capire quanto?
Se abiti in città, ci sono quattro piante che puoi coltivare in terrazzo, nel balcone di casa o anche in giardino, per sapere se l’aria che respiri è inquinata.
Sono quattro piante abbastanza comuni, ma non tutti sanno che servono a smascherare l’inquinamento. Sono quattro piante che si meritano l’appellativo di ecopiante.
Due sono molto conosciute, altre due un po’ meno, ma comunque visibili spesso nei parchi comunali.
Ecco quali sono le quattro piante che rivelano se l’aria della nostra città è inquinata:
– Phaseolus vulgaris, conosciuta da tutti come Fagiolo
– Solanum tuberosum, conosciuta da tutti come Patata
– Asclepiade
– Rudbeckia laciniata
Ma in che modo queste piante valutano l’inquinamento dell’aria?
Sono piante che reagiscono all’ozono, reagendo visibilmente quando i livelli di ozono sono elevati, mostrando sulle foglie macchie nere o addirittura danni evidenti. Questa scoperta è stata fatta da un team di ricercatori attivi al National Center For Atmosheric Research di Boulder, negli Stati Uniti, che hanno coltivato un giardino in cui valutare se l’aria è inquinata.
Ma perché le piante reagiscono così all’inquinamento atmosferico?
Alcune piante sono più sensibili di altre, quando i livelli di ozono sono troppo elevati le piante lo assorbono e la conseguenza è che alcune delle cellule di clorofilla, presenti nelle foglie della pianta, muoiono. Le foglie perdono il loro pigmento verde e nei punti dove questo viene a mancare a foglia assume un colorito nero.
Gli studiosi hanno dimostrato che in alcuni mesi dell’anno l’inquinamento da ozono peggiora. I mesi di maggior presenza di ozono sono i tre mesi dell’estate: giugno, luglio e agosto.
Grazie allo studio effettuato si è potuto capire quali sono le piante sensibili in grado di individuare la presenza di ozono, avvisandoci del problema. In questo modo loro ci segnalano la situazione a rischio e noi possiamo intervenire prima che si superi il limite fissato per le persone.
Oltre le quattro piante che vi abbiamo segnalato, che sono le migliori a segnalare il problema dell’inquinamento, esistono altre tipologie sensibili all’inquinamento atmosferico, fra cui le graminacee, l’erba medica e il tabacco che vengono spesso utilizzati come bioindicatori ambientali.
In generale, le piante che individuano lo smog sono dei salvavita per l’uomo, perché grazie al loro potere assorbente migliorano la qualità dell’aria che respiriamo.
Alcune piante come il biancospino e il melo attirano le polveri sottili, ma non sono capaci di ripulire l’aria.
Altre piante, come il bagolaro, l’orniello e il ginkgo, invece, riescono a contrastare lo smog, ripulendo l’aria.
Tutte queste piante sono comunque ottimi indicatori di inquinamento, ci servono da campanello d’allarme, ma sarebbe meglio non dover mai vedere i segni dello smog su di esse… .