Il concetto di risparmio acqua nelle culture ha alla base il bisogno comune di partenza. Annaffiare i campi agricoli senza prosciugare le risorse idriche che in alcune zone sono anche limitate e stagionali, garantire una cultura ricca, distribuire al meglio l’oro blu su campi agricoli estesi.
Il concetto di risparmio dell’acqua nelle culture vede poi la differenza nell’importanza spirituale e valoriale che all’oro blu si da e che per molte etnie è fonte di credenza spirituale, religiosa, umana e filosofica.
Si va alla radice della vita e dell’esistenza, un concetto di biodiversità che non ha avuto bisogno dei moderni studi e mediatizzazioni; era già presente nella cultura e nel pensare umano. Quindi, risparmiare l’acqua nelle culture significa non prosciugare le risorse idriche e farle durare il più a lungo possibile per far sopravvivere le proprie estensioni agricole.
Già estensioni, ma quanto grandi? E per quali necessità un popolo locale o con annessa esigenza commerciale e internazionale? Perché l’allargamento dalla piccola comunità al globale ha stravolto molti metodi tradizionale di agricoltura e di conseguenza anche i sistemi di irrigazione e di consumo dell’acqua per le colture.
In alcune aree purtroppo ha anche voluto dire abuso, sradicazione di popoli per le esigenze delle grandi coltivazioni estese, sono un esempio il mais non più usato solo per l’uso alimentare o adesso gli alberi dell’olio di palma.
Una risorsa idrica al naturale riesce a rispondere, con brava ingegneria umana, alle esigenze di una certa area ma oggi si va oltre al fabbisogno territoriale per via degli scambi commerciali.
Le nostre risorse sono anche messe in difficoltà dalle necessità dell’uso quotidiano e dal surriscaldamento globale che sta portando a degli squilibri quali troppa siccità da una parte e improvvise inondazioni in aree non abituate a piogge torrenziali continue.
Si parla dei danni del cosiddetto cambiamento climatico che di nuovo mette a confronto le diverse culture e di conseguenza le organizzazioni amministrative a nuove esigenze strumentali sull’uso dell’acqua per le irrigazioni.
Il miglioramento delle colture è sempre stato collegato all’irrigazione, questo sistema adottato da millenni dalla varie culture internazionali, ma in maniera diversa, si è evoluto nel corso degli ultimi decenni grazie anche alle tecnologie costruttive.
Si sono create delle strutture avanzate per la raccolta dell’acqua piovana con controllo dell’assorbimento da parte delle radici delle piante.
Allo stato attuale, circa l’83% del suolo coltivato si nutre di pioggia, l’acqua piovana è in grado di garantire circa il 60% delle risorse di cibo del pianeta.
Sono cinque inoltre le tipologie d’ irrigazione diffuse nel mondo e che però devono scontrarsi con i costi di realizzazione e aggiornamento, questi sono: l’irrigazione a superficie e aspersione, l’irrigazione per gocciolamento, l’irrigazione sotterranea e di sub irrigazione.