I ravanelli appartengono alla famiglia delle Crucifere e sono presenti su tutto il territorio italiano.
Il ravanello selvatico è conosciuto anche con il nome di ramolaccio ed ha molto in comune con il ravanello, con la differenza che presenta una radice più appuntita.
Il ravanello comune ha radici tondeggianti, allungate e anche commestibili, dal quale è derivato il ravanello coltivato, quello che solitamente troviamo al supermercato.
Il ramolaccio, invece, è un ortaggio poco conosciuto perchè scarsamente coltivato, nonostante abbia lo stesso sapore e retrogusto piccante del ravanello.
Probabilmente il ravanello selvatico non viene coltivato molto perchè a differenza del cugino ha una forma più sgraziata e dimensioni maggiori: l’apparato fogliare raggiunge i 30 centimetri di altezza e la radice, se si fa grossa, arriva a pesare 500 grammi.
Da quando ha preso piede la tendenza del coltivare orto biologico, anche la coltivazione di ravanelli selvatici è aumentata.
Il ramolaccio è un ortaggio molto facile da coltivare, perchè cresce bene ovunque e in ogni clima, richiede un terreno profondo, sciolto e ricco di sostanze organiche.
Come seminare il ravanello selvatico?
Si semina a spaio, in file, direttamente a terra. Ogni fila deve essere distanziata dall’altra di circa 40 centimetri. Ogni piantina della stessa fila si deve distanziare dall’altra di circa 20 centimetri.
I primi ortaggi si iniziano a vedere dopo circa 5 mesi, per cui è consigliato seminare a giugno o al massimo i primi di agosto.
Occorre sarchiare il terreno accanto alle piantine ed effettuare la rincalzatura addossando della terra. Questo accorgimento servirà a intenerire le radici.
Se il vostro terreno è argilloso è bene che assicuriate al ramolaccio un buon drenaggio. Il consiglio che possiamo darvi, in presenza di terreno argilloso, è di seminare in aiuole leggermente sopraelevate: 15 centimetri bastano.
Esiste la varietà estiva che va seminata in inverno, quando il terreno non va più incontro a gelate.
Tra le varianti troviamo anche il ramolaccio tondo d’inverno che ha le radici a forma di trottola, di 8 – 10 centimetri di diametro, rugose e di colore nero, con la polpa bianca e dal sapore dolciastra.
A metà autunno possiamo procedere con il raccolto delle radici più grosse, proseguendo per tutto l’inverno, ma se si sospetta il rischio di qualche gelata è bene estirpare tutte le radici e conficcarle nella sabbia per conservarle.
Il ravanello selvatico se conservato in ambiente fresco si mantiene per più di due mesi.
Il suo sapore leggermente piccante ne permette un uso poliedrico in cucina. Il ramolaccio può essere cucinato in tanti modi: al forno, in zuppa, lessato, passato in padella o consumato crudo in insalata.
Contiene molta vitamina C, per cui è consigliato a tutte le età.