Consumare burro: chi lo ha detto che fa male?

burro

Il burro è ricco di grassi buoni, che favoriscono l’assorbimento della vitamina A e D.

Privo di additivi, coloranti e aromi artificiali è un vero toccasana per l’organismo. Il trucco sta nel consumarne la quantità giusta: non più di 20 grammi al giorno.

Derivato dal latte, il burro ne conserva tutte le preziose proprietà. Grazie alla vitamina A protegge le mucose e la vista e combatte le infezioni.

La vitamina D rinforza le ossa e previene il cancro.

Il burro può essere un degno sostituto dell’olio, anche perché apporta una quantità minore di calorie, circa il 25% in meno. Il trucco sta nello scegliere e nel consumare solo burro di qualità.

In questo post ti aiuteremo a riconoscerlo.

Non tutti i burri sono uguali, saper leggere bene l’etichetta ci aiuterà a evitare il consumo di alcuni prodotti veramente di pessima fattura.

La legge non obbliga a indicare nell’etichetta il metodo di lavorazione del burro, che può essere da siero, affioramento o centrifuga.

Il miglior burro è quello derivato dalla panna ricavata dal latte e non dal siero, questa caratteristica la trovate in etichetta con la scritta ”burro tradizionale” che indica una percentuale di non meno dell’82% di panna. Come metodo di lavorazione preferite sempre la centrifugazione.

Le altre diciture in etichetta che vi segnalano se il burro è più o meno scadente sono:

–          Grasso lattiero

–          Burro

–          Burro zangolato

In questi casi il burro proviene dal siero o è ricavato in maniera poco ottimale.

Una volta aperto il burro va conservato in frigo e ricoperto bene, per evitare alterazione del prodotto dovuta a contatto con aria e luce.

Per capire   se hai fatto un buon acquisto, una volta aperto il burro deve:

–          Avere un odore simile al latte

–          Avere un sapore dolce e non acido

–          Avere un colorito giallo o bianco (dipende dall’alimentazione delle mucche e dalla stagione)

–          Avere un aspetto asciutto, senza gocce d’acqua

Il colore dipende dal contenuto di vitamine nell’organismo delle mucche, ma può essere dovuto anche a coloranti, ammessi dalla legge italiana (zafferano e carotene).

Il miglior burro si ottiene per centrifuga, da panna fresca e di qualità.

Il più diffuso si ottiene per affioramento, facendo inacidire la panna.

Il burro derivato da siero è invece fatto con grassi avanzati.

La peggiore scelta d’acquisto che puoi fare è la margarina, un burro al quale sono stati aggiunti grassi di altra derivazione.

Se scelto di qualità il burro fa dunque bene all’organismo, attenzione però a non eccedere, perché gli acidi grassi saturi provocherebbero un aumento del colesterolo con un conseguente rischio per il buon funzionamento delle arterie.




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