Nel periodo primaverile sorgono piante spontanee un po’ ovunque. Molte di queste sono ottime per essere consumate in cucina.
La piantaggine è una di queste. Una specie che cresce selvatica nei campi e nei prati ed è, appunto, commestibile!
La piantaggine si distingue per le sue larghe foglie, che crescono aderenti al terreno; la più conosciuta e comune è la piantaggine lanceolata, molto diffusa nel territorio italiano. Oltre questa varietà abbiamo anche la piantaggine maggiore e la piantaggine media, queste due sono molto meno diffuse.
Tutte le varietà sono accomunate dagli effetti benefici che producono sull’organismo di chi le consuma: depurativi, disinfettanti e diuretici.
Della piantaggine vengono utilizzati soprattutto le foglie e i semi per preparare estratti alcolici, tisane e decotti.
Dove si trova la piantaggine?
La piantaggine è da tutti conosciuta come una pianta infestante, presente nei terreni incolti e aridi, ma anche in quelli coltivati, dal livello del mare fino a due mila metri di quota.
L’altezza della piantaggine varia tra dieci e sessanta centimetri, le sue foglie sono nervate e crescono al livello del terreno e da li partono gli steli.
Nello specifico la piantaggine lanceolata ha le foglie lanceolate, la piantaggine media ha le foglie piccole, corte e con un massimo di nove nervature, e la piantaggine maggiore ha le foglie picciolate e di forma ovale.
Il lungo stelo della pianta supporta una spiga floreale che ne contraddistingue l’infiorescenza.
Nella piantaggine media la spiga misura circa sei centimetri, mentre nella piantaggine lanceolata e in quella maggiore la spiga non supera i tre centimetri.
Essendo una pianta erbacea spontanea, la piantaggine va raccolta facendo attenzione al terreno in cui si trova. Quando vai a raccoglierla accertati che i campi siano lontani dal traffico cittadino e da altre fonti di inquinamento. Inoltre, è bene che nel terreno non sia stato passato diserbante.
Essendo una pianta spontanea è presente un po’ ovunque in Italia e come ogni cosa popolare assume nomi diversi. La piantaggine è conosciuta con svariati nomi, eccovi un piccolo elenco:
– Piantaggine femmina
– Petacciola
– Erba di Sant’Antonio
– Lingua di cane
– Lingua d’oca
Il sapore della piantaggine in cucina è apprezzato da molti, per questo è ricercatissima.
Come cucinare la piantaggine?
Una volta estirpata la radice dal terreno, con l’aiuto del coltellino, stacca singolarmente le foglie e lavale per bene. A questo punto puoi usarle ad insalata, tagliandole a pezzetti piccoli e mangiarle insieme ad altri ortaggi, come pomodori e altre verdure, oppure puoi cucinarle e consumarle cotte.
Ricordati che più grandi sono le foglie più il retrogusto di queste sarà amaro!
Ah però!