Il frutteto italiano è a rischio. Negli ultimi 15 anni si è assistito a una riduzione del 33%, questo vuol dire che un terzo dei frutteti in Italia è sparito.
In 15 anni 140 mila ettari di piante di mele, pere, pesche, albicocche, arance susine e di altri frutti sono scomparsi. Questo comporta due cose , entrambe negative:
– La perdita del primato italiano in Europa come nazione produttrice di frutta
– L’invasione delle nostre tavole di frutta straniera
In questi ultimi 15 anni l’importazione della frutta straniera è aumentata del 37%, raggiungendo i 2 miliardi di chili.
Parallelamente all’aumento delle vendite di frutta estera si è sviluppata la diminuzione di acquisti da parte delle famiglie nostrane.
Una progressiva riduzione dei consumi che da 244 chili annui del 2000 si è spostata a 178 chili nel 2014. Un taglio notevole, del 27% .
Quello a cui stiamo assistendo in questi anni è la sparizione di molte varietà di frutta dalla tavola: tre varietà su quattro.
Fortunatamente alcuni agricoltori hanno messo in atto un piano per salvare molte piante da frutta.
Oggi come oggi sono ben 2000 le varietà di frutta considerate a rischio estinzione, anche per via dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che giocano a favore delle grandi quantità.
Secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti, sono almeno 200 le varietà salvate dall’oblio, tra frutta, verdura, legumi e erbe selvatiche.
A queste si aggiungono circa 100 razze bovine, di maiali e pecore.
Per riuscire nell’impresa è stata messa in atto una campagna di recupero attiva in tutte le regioni italiane, la Campagna Amica, che offre agli allevatori e agli agricoltori le opportunità economiche di salvare varietà e razze a rischio estinzione.
Una delle regioni più sensibilizzate al problema dei frutteti a rischio estinzione è la Puglia, dove è nato “l’orto delle varietà rare e preziose”, un progetto che ha già salvato la mela limoncella.
Inoltre, sono state recuperate oltre 200 varietà di vite, 250 di olivo, 300 di frutti in generale.
Tutto questo è avvenuto in appena due anni, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea e al sostegno della regione Puglia.
Ma quali sono i frutteti che rischiano di sparire?
Gli alberi che tendono a sparire sono troppi, riducendo la produzione di frutta.
Al primo posto i limoni, con un crollo del 50% negli ultimi 15 anni.
Seguono pere e pesche con, rispettivamente, il 41 e il 39%.
Non da meno le arance con il 31% e le mele con il 27%.
Clementine e mandarini se la cavano un po’ meglio, ma anche loro attestano un crollo del 18%.
E’ davvero necessario acquistare la frutta estera?
La nostra frutta, quella italiana, è tra le più buone al mondo.
I belgi invidiano le nostre arance.
La Sicilia basa buona parte della sua economia sull’agricoltura.
Affossando l’agricoltura, mettiamo sotto terra anche il nostro commercio.
A questo aggiungiamoci anche che la salute è a rischio, dato che molta frutta e verdura è ricca di agenti chimici che finiscono direttamente sulla nostra tavola, un fattore arginabile se si tornasse a consumare prodotti locali, biologici e genuini.
Siamo arrivati al punto che tutti invidiano la nostra frutta, ma nessuno la consuma. Vantiamo frutta di tutto rispetto, ma compriamo quella delle altre nazioni.
Come mai???