Bambù: molto utile quello gigante
Il Bambù appartiene alla famiglia delle Graminacee e si distingue in tre tipologie:
– Arundinaria
– Bambusa
– Phyllostachys
Generalmente sotto il termine di bambù si raduna un numeroso gruppo di graminacee perenni, di zone tropicali e subtropicali.
Le specie note dei tre generi sono numerosissime, ma poche sono quelle adattate nei nostri climi.
Tutte hanno in comune il fatto di avere fusti arborescenti, generalmente lignificati e quindi anche molto duri, cavi all’interno, ben distinti in nodi e talvolta spinosi, con ramificazioni per lo più sommitali.
Le foglie del bambù sono lanceolate o ellittiche, a margine intero, più o meno grandi, e formano una chioma piuttosto compatta che, nelle specie di taglia più elevata, può avere un aspetto imponente.
I fiori sono riuniti in infiorescenze, talvolta molto grandi, a forma di spiga, di pannocchia o di capolini.
Vedere un bambù fiorito è difficile, anche alto stato spontaneo e nel paese d’origine: la fioritura, infatti, rappresenta un processo eccezionale che consuma in abbondanza energia e risorse nutritive, per cui spesso è seguita dalla morte dell’intera pianta.
Si è osservato, per esempio, che tutte le Bambusa arundinacea di una determinata regione hanno un ciclo di circa 30 anni, fioriscono e danno semi, dopo di che molte piante muoiono.
Le specie più grandi di bambù, nei paesi di origine, hanno importanza come materiale de costruzione, per costruire case, ponti, imbarcazioni.
Dalle ramificazioni avanzate del bambù gigante si producono stuoie, cesti, accessori da tavola, eccetera.
Come pianta decorativa, dal guasto esotico, nei nostri giardini è sovente collocata a ciuffi isolati in bella evidenze su tappeti verdi, vicino a specchi d’acqua, o a formare siepi compatte utili anche come frangivento.
Alcune specie nane di bambù sono adatte al giardino roccioso.
Fra le varietà più adatte al nostro clima, ricordiamo:
– Arudinaria humiliis, che può crescere come un’erba tappezzante e non è alta più di 50 cm
– Arudinaria Simonii, dalle grandi foglie dentellate
– Arundinaria falcata, alta 5 m
– Bambusa Macroculmis, molto resistente al freddo
– Phyllostachys nigra, che forma grandi masse verdi
Coltivazione del Bambù
I bambù sono in genere piante rustiche che possono vegetare anche in condizioni difficili. L’esposizione è bene che sia in pieno sole o a mezza ombra e al riparo dai venti freddi.
Il terreno deve essere fertile e ben drenato, preferibilmente sabbioso: il bambù ama l’umidità e si avvantaggia della presenza nel terreno di sostanze organiche. Soprattutto il bambù gigante ha bisogno di un terreno ricco di sostanze per poter crescere bene in altezza.
In case di fioritura (anche se non è frequente), è bene eliminare i fiori per evitare che la pianta deperisca.
La moltiplicazione si effettua, all’inizio desta primavera, per divisione dei cespo o delle parti giovani del rizoma sotterraneo, che possono dare vita a loro volta a nuovi culmi.
Si può tare anche la talea di fusto, scegliendo un tratto non ancora lignificato e comprendente almeno un nodo e qualche ramificazione, che va tenuto a radicare in un vasetto con sabbia umida.
La semina del bambù non è una pratica molto usata, perché, soprattutto nel nostro clima, è difficile reperire i semi.
Comunque ammesso che si possa essere in possesso del seme a tal proposito non dite proprio nulla ?
Come abbiamo scritto nell’articolo l’esposizione è bene che sia in pieno sole o a mezza ombra e al riparo dai venti freddi.
Il terreno deve essere fertile e ben drenato, preferibilmente sabbioso: il bambù ama l’umidità e si avvantaggia della presenza nel terreno di sostanze organiche. Soprattutto il bambù gigante ha bisogno di un terreno ricco di sostanze per poter crescere bene in altezza.