L’amaranto è una pianta che produce semi di colore nero, avorio o rosso che viene usata in cucina per sostituire i cereali.
Se in famiglia hai qualcuno che soffre di celiachia avrai sicuramente già sentito parlare dell’amaranto, una pianta che è diventata famosa perché è senza glutine ma con un gran apporto nutrizionale.
La sua popolarità deriva dalla ricchezza di proteine che contengono amminoacidi essenziali per il nostro organismo. Inoltre presenta un basso indice glicemico, rendendolo un alimento che si può inserire tranquillamente nella dieta di diabetici e intolleranti al glucosio.
Come si coltiva l’amaranto
Il terreno che ti serve è ricco di azoto e fosforo, nutrienti che aiuteranno alla pianta a svilupparsi in altezza. La semina deve avvenire in primavera con un’esposizione in pieno sole. Puoi coltivare l’amaranto sia in vaso che in pieno campo, l’importante è non mettere i semi molto in profondità in quanto sono piccoli e non riescono a farsi subito strada da soli per germogliare.
Le irrigazioni non sono molto frequenti ma devono bastare per mantenere il terriccio umido, specialmente nelle giornate più soleggiate. Andrà bene procedere una o due volte alla settimana.
In estate vedrai comparire i primi fiori mentre in autunno i frutti saranno completamente maturi, in modo che basta scuotere leggermente per far cadere i chicchi pronti per la raccolta.
Per poter cucinare l’amaranto però è necessario essiccare i chicchi in un sacco di tela o di carta, in una zona ombrosa. Dopo questa procedura conservali in un contenitore sottovuoto in vetro.
Rispetto ai cereali, l’amaranto possiede un contenuto di ferro, magnesio, potassio e fibre alimentari più alto. Per favorirne l’assorbimento è meglio accompagnarlo con alimenti ricchi di vitamina C come il riber nero e il kiwi.
Dall’amaranto si ricavano molti prodotti che poi vengono usati per gustose ricette in cucina, dalla farina all’amaranto soffiato che riprende la forma dei cereali.