Oggi l’industria ha preso il sopravvento, ma l’espressione “vestirsi con le piante” non era nulla di troppo strano fino a un trent’anni fa.
In questo post vogliamo informarvi su tutte le materie prime naturali per fare abiti e vestiti.
Il cotone
Il cotone è una delle materie più adoperate in passato per la produzione di abiti e altri accessori per la casa.
Nei film sulla “vecchia America” è facile vedere grandi campi di cotone in cui lavorano gli schiavi di colore, chiamati negri dai loro padroni.
In passato i negri venivano portati dall’Africa in America proprio per lavorare nelle immense piantagioni di cotone.
Il raccolto del cotone si fa quando, nei frutti, i batuffoli di bambagia spuntano dai gusci duri. Questi strani frutti vengono staccati dalle piante e si separano gusci e ciuffi con una macchina, detta sgranatrice.
Infine i batuffoli vengono compressi in balle che sono portate alle fabbriche (cotonifici).
Qui i batuffoli di cotone diventano lunghi fili con cui si fabbricheranno le stoffe.
Il lino
Già 4000 anni fa, le bende delle mummie dei faraoni, i re dell’antico Egitto, erano di lino.
La pianta del lino ha bellissimi fiori azzurri.
Per ottenerne il filo, le piantine vengono sradicate e messe poi nell’acqua a macerare.
Asciugate al sole, sono poi schiacciate con un rullo per separare la parte legnosa dalle fibre che, intrecciate, formeranno il filo.
Altre piante tessili
Da molte altre piante si ottengono fibre tessili, che possono cioè essere trasformate in fili e in tessuti.
Dalla canapa si ottiene il filo per fare tessuti, corde e stuoie.
Dalle foglie della palma, detta rafia, si ottengono i nastri per fare i cappelli.
Con le fibre della juta, una pianta asiatica, si fabbricano gli spaghi e i fili per fare i sacchi.
Con le foglie dell’agave messicana, detta sisal, si fanno i lazos dei cowboys.
Un tempo questi tessuti venivano lavorati a mano o con macchine artigianali che li trasformavano negli indumenti che la gente indossava. Con gli anni l’industria ha fatto si che queste lavorazioni potessero avvenire in tempi più celeri, producendo in massa magliette, lenzuola, cappelli, eccetera.
Col tempo questo non è bastato e per abbattere il costo delle materie prime sono stati aggiunti componenti poco naturali per la realizzazione dei prodotti.
La globalizzazione ha fatto il resto, permettendo l’inserimento nel mercato di capi veramente scadenti, causa spesso di allergie e patologie ben più gravi.
Oggi finalmente si sta capendo il valore andato perso negli anni e molte fabbriche si stanno adoperando per fornire prodotti 100% in fibre naturali.