I suoi frutti sono uno spuntino perfetto in primavera, perché danno il pieno di minerali ed evitano cali energetici.
In primavera il mandarlo da spettacolo di se, per via della sua breve e intensa fioritura.
Originario dell’Asia il mandorlo è un albero di medie dimensioni, introdotto nel mediterraneo dai fenici si è insediato soprattutto in Sicilia e al Sud dove tutt’oggi è florida la sua coltivazione.
Tra le qualità migliori ci sono quelle siracusane, più precisamente le mandorle di Avola, ricche di polifenoli e conosciute col nome di “fascionello” e “pizzuta”.
Anche le mandorle pugliesi sono ottime, come la mandorla di Toritto, oggi presidio Slow Food.
Purtroppo quelle presenti sui banconi del supermercato, già confezionate, provengono tutte, o quasi, dalla California, perché sono più economiche e con meno principi attivi. Questo va a discapito del gusto, inoltre ci sono in queste mandorle più alti livelli di aflatossine tossiche.
Quelle fin qui descritte sono mandorle provenienti da piante domestiche, ma esiste anche il mandorlo selvatico o amaro, usato solo in campo medico e cosmetico, perché i suoi frutti contengono amigdalina, una glicoside che libera composti tossici.
Il nostro consiglio è quello di comprare sempre e solo mandorle italiane, provenienti da coltivazioni biologiche, ottenute senza l’uso di trattamenti chimici.
La mitologia vuole che fu Atena a volere il mandorlo, trasformando in mandorlo la giovane Fillide, morta dal dolore per l’attesa vana del ritorno dell’innamorato dalla guerra di Troia. Credendolo morto si lasciò morire dal dolore e Atena la trasformò in mandorlo, ma l’amato era ancora vivo e quando tornò si appoggiò all’amata ormai tramutata in albero, lei lo avvertì e produsse tanti fiori bianchi.
Le mandorle sono un ottimo spuntino, perché contengono grassi buoni, vitamine,fibre, polifenoli e sali minerali, soprattutto calcio e magnesio. Tutti questi nutrienti ne fanno un ottimo energizzante naturale, non calorico se usato con moderazione (massimo 10 mandorle al giorno), che combatte la stanchezza tipica della primavera.
La pellicina marrone che avvolge le mandorle va consumata anche, perché ricca di sostanze che potenziano l’attività antivirale dei globuli bianchi.
Le mandorle già spellate rischiano di irrancidire, perché private della pellicina marrone non hanno più la protezione del seme, ricco di acidi grassi e di oli essenziali sensibili all’aria e alla luce, ragion per cui si ossidano e irrancidiscono.
Dalle mandorle si ricava il latte vegetale, sceglilo senza conservanti e zuccheri aggiunti, oppure preparalo tu stesso usando 100 grammi di mandorle, frullandole con un cucchiaio di sciroppo d’acero e 150 ml d’acqua. Appena il composto è frullato lascialo a riposo per 3 ore, poi filtralo e conservalo in frigo. Consumalo in non più di due giorni.